buzzoole code

giovedì 20 novembre 2014

Essere e Fare - annotazioni sull'esistenza

(if you are english go to english version)

Oggi sarò breve, ma voglio sottolineare un aspetto fondamentale con cui mi sono confrontato di recente in diverse discussioni:

La perdita di vista dell'Essere.

Non  metto in dubbio che sia normale voler fare, specialmente nella società attuale dove ognuno di noi si pone obiettivi.

Il grande errore è che questo Fare ci porta a una serie di errori:
  • sono davvero quelle che ci poniamo le nostre reali aspettative?
  • "fare" senza mai guardare dentro, alle nostre emozioni, al nostro inconscio, non manda forse la nostra mente in automatico?
Un eccesso di razionalizzazione e di azione automatica finalizzate all'utile porta all'annichilimento di quella potenza espressiva e creativa che viene dal nostro mondo interiore.

Essere presenti
 
Siamo realmente coscienti e consapevoli di quello che facciamo? Molto spesso no.
Andiamo avanti automaticamente, mangiamo pensando a infinite altre cose, ci muoviamo, facciamo sport, creiamo opere attraverso la corporeità senza essere in sintonia col nostro corpo. Mettiamo in atto una serie di automatismi.
Analogamente la nostra mente si cimenta poche volte nella ricerca dell'atto creativo, del nuovo, che non sia già fornito e preconfezionato dalla Società esterna.

Il dogma del Fare porta alla deprivazione di energie

Quando ogni cosa che facciamo entra in una routine, una abitudine e la si fa senza interiorizzarla e senza che l'interiore si manifesti mai all'esterno per quello che genera in noi, ci sentiamo spesso spossati, svuotati di senso:
conformiamo spesso le nostre vite a tal punto che mangiare, dormire, lavorare, fare sport, avere relazioni, avere interessi diventa abitudine priva di passione e coscienza.

Questo crea in noi una separazione dal nostro Essere, la visione di un involucro vuoto e talvolta claustrofobicamente intrappolato in un meccanismo autoindotto da cui non vede cambiamenti né uscite.

Equilibrio tra utile e ricerca spirituale

Attraverso la riconquista del nostro tempo interiore possiamo ripristinare lentamente il contatto con il nostro Essere, osservare cosa stiamo sentendo, le nostre emozioni, i nostri desideri, le nostre spinte creative.
Non "dobbiamo" essere, ma iniziamo a sentire quanto può farci star bene e far star bene chi ci circonda ritrovare su tutti i livelli ciò che siamo: i nostri impulsi, le nostre emozioni, l'inconscio, la consapevolezza di noi stessi e di noi in relazione con l'esterno.
Attraverso l'intelletto e in equilibrio con la ragione, da lì dobbiamo ripartire.

Iniziamo a sentire come ricominciare a manifestarci e far fluire l'esistenza dentro e fuori, partendo dalla radice, dalle basi dell'esistenza naturale.

Alla prossima annotazione!

La Temperanza versa lo Spirito nell'Azione (Blu e Rosso) riportando equilibrio

Nessun commento:

Posta un commento